Ed anche i sessanta sono arrivati, in allegria li abbiam festeggiati.
Perché la data sembrasse leggera, li abbiam fatti volare in mongolfiera.
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Dopo un bel giro all’Aosta romana e una cenetta, eh beh, valdostana
complice un forte diciam “venticello” il giorno passa visitando un castello.
Ma ecco ora i riti di preparazione: l’attesa aumenta la nostra tensione!
Poi il grande pallone si alza nel vento in alto più in alto in un breve momento.
Sul giallo, guidato con gran maestria, le due Isabelle, la Grazia e Piermaria.
Sul verde, lontano soltanto una spanna, l’Emilia, l’Eugenia, Luisa e Giovanna.
Qualcuno più in gamba fa l’indifferente e sembra non abbia paura per niente,
per non guardar sotto però guarda lontano stringendo la cesta con tutta la mano!
Un po’ la metafora della nostra vita, timori, speranze, ma sempre in salita,
nel vento il destino, il fuoco nel cuore, si sale si scende senza fare rumore.
Felici, nel chiaro infinito, sospese, là sotto ecco il lago, la Dora, il Canavese,
e poi giù a sfiorare i campi di grano strisciando sugli alberi, scivolando piano.
Le nuove emozioni di questa avventura ci han fatto scordare perfin la paura.
Sui monti ora scende un tramonto dorato ed il nostro viaggio è ormai terminato.
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Così siam tornate coi piedi per terra a continuar la quotidiana guerra.
Ma abbiamo toccato il ciel con un dito e la nostra impresa è entrata nel mito!
Eugenia
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